giovedì 9 febbraio 2012
Giorni Kenyoti. Una nuova ripartenza! 05 febbraio 2012
Jambo cari rafiki di Karibu e A.V.I.
Il nostro viaggio prosegue per il nord del Kenya, zona vulcanica dove milioni di anni fa si
e’ formato il Lago Turkana. Durante il percorso di sette ore, abbiamo fatto tre tappe:
Morijo da father Dominique, Baragoi da father Canzian e South Horr dove father Peter
sta lasciando il posto a father Gallina.
Arriviamo al lago alle 18,45, ora del tramonto: non troviamo parole per descrivere il
momento, solo la mente elabora concetti ed emozioni. Father Andrew, parroco della
missione di Loiyangalani, lavora qui gia’da cinque anni, con la stessa determinazione e
tenacia, nonostante il clima secco, molto ventilato con temperature che vanno da 36’
di notte ad oltre 50’ di giorno (misurati 56,8’ sotto il sole!!!).
Il giorno seguente, dopo quattro ore di pista terribile, raggiungiamo Mojte. Qui si trova
l’ultimo grande villaggio Turkana, formato da capanne, dove duemila persone vivono
isolate dal mondo, ma aggrappate alla vita. Father Andrew, con l’aiuto di A.V.I. ha
costruito tre aule fornite di grondaie e tanks, rendendo cosi’ piu’ dignitoso il lavoro dei
maestri che insegnano a 200 studenti circa. Il gruppo KARIBU verifica gli elenchi degli
studenti aiutati. Finita la Santa Messa, vengono inaugurate le nuove classi con le
benedizioni cristiane e tradizionale (con latte di capra). Non si vorrebbe piu’ tornare
indietro per non affrontare ancora la decina di guadi e fiumi in secca, dove la jeep
deve essere lanciata a gran velocita’ sulla sabbia, per non sprofondare.
Visitiamo anche il Monte Kulal, alto 3000 metri. Al ritorno ci fermiamo a Serima: grande
soddisfazioni per tutti. Grazie al progetto della nostra amica Michela, la popolazione nel
villaggio sta aumentando. Da qualche mese father Andrew celebra anche la Santa
Messa riempendo l’aula della scuola.
Arriviamo a Marsabit dopo sei ore di piste quasi impraticabili, passando per il deserto del
Chalbi. Salutiamo il vescovo Kiara e con lui definiamo i dettagli sulla proprieta’ del
terreno acquistato da Karibu per una cinquantina di famiglie Borana.
Father Racho ci accompagna alla sua missione di Diriba Gombo. Condividiamo la sua
sofferenza, quando ci racconta della morte per parto di sua sorella.
Tappa importante a Karibu Village. La comunita’ sta crescendo per le molte nascite.
L’asilo finito, e’ gia’ frequentato da trenta bambini; I lavori per la sistemazione dei tanks
sono a buon punto e I 17 asini acquistati grazie all’aiuto del gruppo M.A.S.C.I, sono al
lavoro sollevando le donne dalla fatica di portare sulle spalle i bidoni d’acqua per vari
km. Proponiamo un progetto di micro-credito per installare nel villaggio una serra per la
coltivazione di ortaggi: l’idea entusiasma tutta la comunita’!
Continua il progetto finanziato dall’ A.V.I. della clinica mobile. Father Racho e
l’infermiera sister Ann ci propongono di accompagnarli a Shurr, un villaggio di Gabbra a
due ore di deserto dalla missione per visitare, vaccinare e curare chi ha bisogno. A
causa delle forti piogge dopo la siccita’, la popolazione da tre mesi non riceve
assistenza sanitaria e cibo. I pazienti che richiedono assistenza sono molti, sister Ann non
riesce in un giorno a visitarli tutti, siamo quindi costretti a passare la notte al villaggio. Alla
sera vengono a salutarci I capi del villaggio e per ringraziarci dell’unico aiuto che
ricevono, ci regalano una capra.
Father Racho con entusiasmo ci fa vedere il terreno appena acquistato dove sorgera’ la
nuova scuola elementare di Badassa e chiede al gruppo Karibu di continuare ad
aiutarlo.
Salutando e ringraziando per l’ospitalita’, a father Racho starppiamo una promessa:
presto verra’ in Italia a trovarci.
Per noi inizia il viaggio di ritorno a Nairobi, con altre missioni da visitare ed amici da
salutare
Kwaeri a tutti
Isiolo 05 febbraio 2012